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Carrara e la sua gente

CARRARA CITTA’ UNICA FATTA DA GENTE UNICA
VISITE GUIDATE AL CENTRO STORICO DI CARRARA

Carrara è una vera e propria “terra di confine”, non più Liguria ma non ancora Toscana, insieme all’industria del marmo che risale all’età Romana, hanno creato una vera e propria Civiltà del Marmo.  Qui il marmo non è solo un lavoro ma uno “stile di vita” che ha generato usi, costumi, tradizioni e un popolo unici al mondo.

La gente di Carrara da 2000 anni lavora nel marmo: estrazione, trasporto, lavorazione, commercio del marmo. Queste attività economiche sono cambiate nel corso dei secoli con il mutare dell’industria del marmo, dei metodi di escavazione, dei rotte commerciali legate all’esportazione del marmo.

I Maestri del Marmo. Sicuramente la più importante e influente corporazione di epoca medievale; tra XI° e XIV° secolo Carrara si afferma come luogo di estrazione, lavorazione  e commercio dei marmi destinati ai cantieri delle grandi cattedrali, la città poco a poco si sviluppa e acquista potere e influenza arrivando a darsi i primi statuti comunali agli inizi del 1200. Protagonisti di questo boom economico furono anche i Magister Marmoris , i membri di questa corporazione erano coloro autorizzati a estrarre il marmo dalle montagne, lavorarlo (se necessario) e a commerciarlo fuori da Carrara. Questa è la Carrara che organizza un primo piano urbanistico basato sui i due grandi edifici pubblici del tempo: il castello ed il duomo entrambe terminati intorno alla metà del 1300. 

carrara, il gigante davanti al duomo carrara e la sua gente, accademia belle arti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Malaspina ed i Mercanti del Marmo. La storia di Carrara cambiò quando alla metà del ‘400 si insediarono in città i membri di questa famiglia che diedero inizio ad una dinastia che governò Carrara e Massa praticamente fino all’unità d’Italia (alla metà del ‘700 il principato di Massa e Carrara fu annesso al Ducato di Modena). Il ‘400 e il ‘500 sono secoli d’oro per l’economia Italiana e anche per l’arte. Durante il Rinascimento aumentò la richiesta dei marmi bianchi di Carrara non solo dall’Italia ma proveniente anche dai nascenti regni europei. Il controllo del business del marmo era essenziale per i Malaspina per consolidare il loro potere economico e politico e fondare una Signoria sul modello di quelle italiane del tempo. Per raggiungere il loro obiettivo essi poterono contare su parentele di prestigio con i Medici di Firenze e i Cybo di Genova. Nel giro di una generazione i Malaspina presero il controllo del marmo relegando i Magister Marmoris alle attività di escavazione controllando invece le attività di lavorazione e commercio dei marmi con l’aiuto economico dei membri della nobiltà locale, i cosiddetti Mercanti del Marmo (i Diana, i Del Medico, i Tenerani, i Luciani, i Lazzoni tanto per citarne alcune) i cui palazzi ancora oggi abbelliscono Piazza Alberica. 

carrara, piazza alberica visita guidata

Carrara, l’Unità d’Italia e il movimento anarchico. Durante tutto il 1800, il potere e il controllo sul mercato del marmo delle grandi famiglie nobiliari comincia a scemare a causa dei cambiamenti economici e sociali in atto in tutta Europa. In particolar modo dopo l’Unità d’Italia vengono aboliti i privilegi nobiliari, le cave di marmo passano nelle mani del comune di Carrara e l’affermarsi del libero mercato permette l’affacciarsi di nuove famiglie del marmo. Tra queste la più famosa è quella dei Fabbricotti. Tra la fine del ‘700 e i gli anno ’30 del Novecento i Fabbricotti fondarono un vero e proprio impero economico, attraverso i loro uffici di rappresentanza a Roma, Firenze, Londra, New York vendevano il marmo di Carrara in tutto il mondo accumulando immensi ricchezze. I loro danari e quelli delle emergenti famiglie del marmo fu destinato anche al rinnovamento cittadino con la costruzione di nuovi quartieri, palazzi pubblici, l’ospedale e il teatro Politeama. Quella che oggi visitiamo come la Carrara ottocentesca. L’accumulo di enormi fortune economiche da un lato causava dall’altro forti disparità sociali e povertà diffusa specialmente tra i lavoratori del marmo causando malcontento e proteste sociali che al tempo furono supportate dal nascente Movimento Anarchico. A cavallo del ‘800 e ‘900 erano i cosiddetti agitatori anarchici coloro che aiutavano i lavoratori a organizzare la loro protesta attraverso scioperi e manifestazioni volte a ottenere salari più alti e condizioni lavorative più sostenibili. A memoria di queste lotte sociali fu eretto un monumento che celebra i risultati ottenuti.

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